Sentire la forma della linea e dell’arco

Heinz Grill ha iniziato la meditazione di sabato 1 febbraio a Cavedine affermando che dobbiamo diventare consapevoli del perché noi meditiamo. È importante quello che noi riusciamo a creare, e quindi non conta tanto quale riscontro (per es. un sentimento piacevole) potrebbe ricevere la persona in una meditazione, piuttosto quale “sentire animico” riesce a creare.

Il tema è stato: “Quale effetto fanno sull’uomo una linea e un arco?”. C’è differenza se una persona attraversa una porta con un bordo diritto sopra di sé oppure un arco? Nell’architettura questa differenza è sperimentabile.

All-focus

disegno sulla lavagna

Heinz Grill ha disegnato sulla lavagna una linea e un arco. Subito all’inizio egli ha descritto quali sentimenti suscitano la linea e l’arco. Di solito si pensa che la linea abbia un collegamento più corto, mentre da un punto di vista animico si può percepire l’arco con una forma più corta. Attraverso la vista fisica la lunghezza dell’arco è effettivamente più lunga, mentre attraverso il sentire animico la minor distanza tra i due punti è data dall’arco e non dalla linea dritta.

La linea è diretta, precisamente indirizzata all’altro punto, mentre l’arco prende uno slancio per arrivare all’altro punto. L’arco dà un sentimento di ampiezza e crea uno spazio.

Heinz Grill ha proseguito dicendo che avremmo potuto “sentire” la forma dopo la meditazione. Quindi per svolgere la meditazione siamo stati esortati a tralasciare la conoscenza dell’effetto che hanno prodotto le due forme in noi.

Per primo abbiamo portato la nostra attenzione sulla linea orizzontale, abbandonando anche le nostre eventuali esperienze fatte. Al termine della concentrazione Heinz Grill ha chiesto se l’immagine della linea era ancora presente, dato che era molto importante che lo fosse stato.

Le considerazioni sono state che se viene creata la forma e se rimane ben presente anche dopo la concentrazione essa diventa un sat (parola sanscrita che significa “essere”). L’opposto è l’asat (non-essere), cioè quando non viene creato qualcosa. Alla fine il pensiero creato dà all’uomo una protezione, invece quando non viene creato un pensiero l’uomo è più influenzabile dalle forze esterne, che lo circondano, per es. bugie, manipolazioni della pubblicità, cosicché è come se uno arrivasse a casa con un sacco pieno di cose comprate, che in realtà non gli servono.

Dopo abbiamo portato nella concentrazione l’arco.

Anche nella comunicazione si può sperimentare che un dialogo diretto, quindi lineare, si configuri più come un affronto. E secondo gli autori creando nel dialogo un arco per es. con un tema, la comunicazione non è più un affronto ma può diventare un incontro, una relazione.

Un punto molto importante è che quando abbiamo deciso un oggetto su cui meditare, non bisogna cambiarlo; per es. la linea orizzontale non deve essere modificata con una linea verticale, perché la verticalità fa un altro effetto. Inoltre dobbiamo lasciare sullo sfondo le nostre associazioni ed emozioni e portare l’attenzione in modo concentrato sull’oggetto.

Per la terza concentrazione, sempre di 3 minuti, Heinz Grill ha dato il seguente pensiero:

L’arco armonioso mostra un pensiero logico e in relazione.” Questo pensiero è importante anche per altri mondi, non solo per il mondo terrestre.

Alla fine è stato recitato il seguente mantra dapprima da Heinz Grill e poi da tutti noi:

Om asato mā sat gamaya

Guidami dal non-essere all’essere.

Caterina in collaborazione