L’essere umano porta questo senso nella propria anima. R. Steiner diceva agli agricoltori interessati alla biodinamica: “vogliamo ridare qualcosa alla terra, vogliamo guarire la terra.” Questo vale anche per la meditazione. È un dono. Non vogliamo sfruttare, ma ridare qualcosa al cosmo, alla natura, alla terra, agli altri.
Il risultato soggettivo della meditazione conta poco. Se abbiamo un sentimento di pace, questo è buono, ma non dice ancora che con questo sentimento abbiamo già fatto un dono per la creazione. È meglio se creiamo una bella rappresentazione con l’aspirazione di ridare qualcosa, per creare una sostanza, che diventa una forza e alla fine amore, il quale è un dono.
Non dobbiamo misurare tutto con il nostro sentimento. Per esempio abbiamo spesso il sentimento di un’autostima mancante. Questo e altri sentimenti sono frequenti, vivono nell’atmosfera, provengono da influssi dalla sfera politica, economica e altro. Di calcolare subito il nostro vero valore è quasi impossibile. Ma è sempre possibile di creare un pensiero come contributo. Questo diventa una forza dell’anima e rimane dopo la morte.
Il senso della meditazione è quindi di creare un dono per gli altri, per contribuire al tutto. La concentrazione vuole creare un pensiero quasi fino a diventare realtà, quasi a diventare visibilità.