Sabato 24 febbraio a Lundo, Heinz Grill spiega ai numerosi presenti, l’importanza di comprendere le basi per un buon successo per la pratica meditativa, e che secondo le sue esperienze sarebbe importante non la quantità ma piuttosto “come” si pratica la meditazione. É molto importante conoscere il modo di praticare da lui insegnato, e rivolgendosi ai partecipanti pone la domanda: Perché si pratica cosi?
Una signora tra i partecipanti dice che si dovrebbe praticare la meditazione da fuori e non dentro se stessi, dovrebbe esserci sempre un contenuto, un oggetto per la meditazione il quale osservare al di fuori di noi. Heinz Grill chiede inoltre: Che cosa sarebbe una meditazione senza contenuto? Sarebbe qualcosa di emotivo, entriamo in una soggettività, qualcosa che già esiste in noi. Secondo Heinz, ci sono delle meditazioni cui noi entriamo in un silenzio, senza un oggetto chiaro, e in questa condizione silenziosa si crede che arrivi una luce, una conoscenza. È conosciuto anche il concetto di creare un vuoto. Sarebbe possibile creare questo vuoto tramite un pensiero chiaro direzionato all’oggetto? Sarebbe possibile, tramite un pensare chiaro all’oggetto lasciando via ciò che è già dentro di noi, creare uno stato di calma. Attraverso il pensiero si dovrebbe sempre creare qualcosa di nuovo, che non siano emozioni o associazioni, questo è fondamentale. É necessario che ci sia un oggetto concreto per la meditazione per fare un discernimento nelle forze della nostra anima, perché il nostro pensare, sentire e volere non siano mescolati.
Heinz Grill dice che la meditazione con un oggetto potrebbe risultare più severa delle altre tipologie di meditazioni, considerate più libere. Come si può descrivere queste caratteristiche?
Quando pratichiamo la meditazione senza un contenuto, chiudiamo gli occhi e cadiamo dentro noi stessi, ci sentiamo più rilassati e più calmi, invece quando abbiamo un oggetto dobbiamo concentrarci e mantenere tale concentrazione, questo richiede un impegno, non troviamo subito un rilassamento. Lui dice, per esempio, che in una stanza con una temperatura più bassa al nostro corpo viene richiesto di aumentare il proprio calore, e questo è una cosa molto positiva.
Nella meditazione oggigiorno si rifiuta lo spirito, sono emotive, paragonabili a sogni, in questo modo non c’è un progresso per la propria vita di tutti giorni, dove comunque dobbiamo sempre fare i conti con i nostri pensieri, sentimenti e le nostre azioni, su tutte le cose che facciamo. Secondo lui la meditazione dovrebbe portare ad una reale relazione con l’oggetto prescelto e la conoscenza per questo oggetto, e non un sentimento fantastico per la vita. Poiché la meditazione incide sulla nostra vita, può essa diventare più ordinata e direzionata, ampliandosi, o condizionata. Per esempio, quando facciamo parte di un gruppo, possiamo essere portati ad un confronto o ad una deviazione.
Heinz Grill spiega che sarebbe molto importante capire che cosa succede con l’anima nella meditazione, possiamo creare un ordine, o una vera illusione, una fantasia. Ci sono addirittura delle meditazioni dove i partecipanti persino si picchiano, questo atteggiamento sarebbe veramente inadeguato e molto grave.
L’uomo necessita di strumenti che lo guidino nella vita e non per isolarsi, precisa Heinz Grill.
Quale oggetto sarebbe adatto alla meditazione?
Una asana per esempio, un’opera pittorica, una forma, un mantra, possiamo cogliere nel mantra che cosa ci vuole comunicare l’autore.
Sarebbe molto importante non fare associazioni ma rimanere in un rapporto libero. Quando pratichiamo un’asana, c’è una rappresentazione ma ognuno crea da se l’esercizio. Nella meditazione, attraverso il proprio pensare, ognuno costruisce l’immagine, e quando noi ricostruiamo qualcosa c’è una relazione diversa. Si potrebbe dire per esempio che non è la stessa cosa quando un musicista compone un brano musicale, o lo suona soltanto una volta. Quando si costruisce una relazione con l’oggetto pensato, questo a sua volta viene valorizzato e cosi si sviluppa una forza spirituale.
Heinz Grill chiede ai partecipanti quale oggetto si potrebbe scegliere per questa meditazione. Un palloncino? Forse meglio un oggetto più concreto, con il quale poter creare una relazione. Alcune spighe di frumento potrebbero essere un oggetto, poiché la spiga arriva da un seme, la pianta cresce. È un oggetto reale, espressivo, che ci porterebbe a fare dei passi verso la conoscenza. Una pianta di lavanda in fiore porta in se forze eteriche, ha delle qualità, fiorisce in estate. “L’oggetto deve diventare il portatore dello spirito.” Nella lavanda o nelle spighe si trova un’entità spirituale, poiché manifestano le leggi dello spirito.
Prendiamo come contenuto per la meditazione una sfera, è un oggetto chiaro, ha una forma importante tridimensionale, e il suo effetto plastico agisce in noi. Si deve rappresentare in modo molto concreto la sfera, cosi si sviluppa una relazione chiara, e sorge un primo sentimento spirituale, si ampliano le caratteristiche attraverso una propria forza creatrice con l’oggetto e questa capacita è insita in ognuno di noi, sono importanti per la vita.
Alla fine della meditazione emerge la domanda: Come possiamo comprendere se siamo nelle nostre soggettività o nelle associazioni? Come percepisco il successo della meditazione?
Heinz Grill dice che se la relazione si amplia, se si sviluppa un senso di serenità e non inquietudini.
Se la sfera si può ancora percepire, rimane presente, si percepisce anche una tranquillità, il rilassamento. La sfera rimane nella memoria. Nella meditazione l’oggetto diventa portatore dello spirito.
Viviane