L’etere della luce e la protezione dell’uomo

Meditazione del 4 aprile 2015

Introduzione

L’etere della luce è la forza nella luce e può proteggere l’essere umano. Quando c’è un pericolo, cadiamo spesso in una trappola: prendiamo le mosse sempre dal mondo fisico e le sue leggi quando pensiamo che ci dobbiamo proteggere. Anche se siamo esposti a influenze negative, siamo perlopiù solo in grado di pensare: quale metodo adottiamo per proteggerci? I nostri pensieri ci dicono: dobbiamo proteggerci dalle influenze negative, dobbiamo creare un involucro contro di esse. Questo è una trappola, perché sul livello dell’anima non valgono le leggi del fisico. Con questo pensare succede spesso l’opposto, perché l’influenza negativa può entrare addirittura in più per via dell’incosciente. Il negativo non si ferma a un involucro, ma arriva al centro. Lo studio cosciente del pericolo dà invece una forza di protezione più grande.

Dobbiamo diventare attivi con la consapevolezza e formare una coscienza per il pericolo. Con il pensare si formano cristalli nella periferia dell’essere umano. Il cristallo compie un’attività mediatrice. La luce arriva ai cristalli e questi la trasmettono agli organi interni. La luce viene trasformata dagli cristalli.

Cristalli di luce e l'involucro

Disegno: sopra si vede un involucro attorno la persona. (“Licht” significa “luce” in tedesco.) Le frecce verdi indicano la luce. Le frecce rosse indicano influenze pericolose o negative. Nella figura di sotto è stata disegnata alla spalla un’ombra nera, che viene descritta nel testo seguente.

Arrivano sempre insieme ambedue le forze: la luce e il pericolo, il buono e il male. Se si tenta di creare un involucro per schermare il pericolo, schermiamo invece la luce. Non possiamo proteggere l’anima dal pericolo con una difesa adatta al mondo fisico. Il pericolo arriverebbe tuttavia.

Dobbiamo usare invece la capacità della consapevolezza. Con la consapevolezza possiamo riflettere, respingere il pericolo (figura in basso, frecce rosse), e arriva la luce nel centro (figura in basso, frecce verdi).

Quando nasce il cristallo che appare in periferia, alla pelle? Si rivela con un pensiero concreto, possibilmente nella concentrazione. Con la paura risulta un involucro, e questo crea una condizione in cui nell’anima siamo più aperti per un pericolo, perché manca il pensiero concreto. Il pensiero crea la forza per resistere il pericolo. Crea forme chiare, si mostra in un’aura cristallina.

In una situazione in cui abbiamo paura è difficile di mantenere il pensiero, prevale la paura con istinti e riflessi. Senza un pensiero chiaro siamo in balia delle circostanze. In una situazione pericolosa non c’è una protezione più bella che il pensiero giusto e concreto. Con il pensiero non ci schermiamo dalla luce, ma riflettiamo verso l’esterno l’influenza negativa.

Se abbiamo un malessere, per esempio alla spalla, si può osservare che alla spalla non ci sono questi cristalli, ma c’è un’ombra. Nel disegno viene accenato con gli archi neri che viene da un influsso esterno. Si vede che in questa situazione la testa è libera, perché c’è la luce con cristalli, ma la spalla non è libera, perché c’è un’oscurità proveniente dall’esterno. La guarigione avviene, quando si formano di nuovo i cristalli in questa zona. Il pensiero concreto forma una buona coscienza e stabilisce la luce in forma cristallina. I cristalli sono espressione del metabolismo di luce (descrizione vedi qui) e formano il cosiddetto mantello silicico. Organizzano la pelle in modo che non è troppo dura, né troppo morbida.

Se osserviamo per esempio una persona con un pensiero concreto, si formano cristalli. Con un’osservazione senza pensieri si forma invece un involucro. Nella paura risulta subito un involucro. Le forze negative raggiungono l’osservatore, ma l’oggetto in questione non lo raggiunge più.

La pelle può essere troppo aperta o troppo chiusa. Ha bisogno del mantello silicico che consiste di questi cristalli. Per questo motivo nella medicina naturale e nell’agricoltura biodinamica si usa il rimedio silice. Può promuovere le forze strutturanti alla periferia.

L’etere della luce si organizza con i cristalli descritti. Diminuisce invece con la formazione dell’involucro.

Con un buon interesse l’etere aumenta. L’etere della luce vuole proteggere l’uomo. Dobbiamo organizzarlo con pensieri concreti e partendo da essi con una formazione di conoscenze e sentimenti.

Contenuto per la meditazione: il pensiero concreto e la relazione presente creano un’aura cristallina (alla testa, alla pelle e la superficie). Il ripiegamento nei pensieri e la paura creano un involucro, mancano questi cristalli che offrono i contatti sensitivi.

Con i cristalli siamo in un’integrità con la luce, proteggono l’individuo. In una fase di ritiro siamo protetti nel corpo fisico, ma non nell’anima e nello spirito.

Per la meditazione creiamo e pensiamo queste due immagini.

Dopo la meditazione: la domanda “come posso creare etere della luce” sarebbe un bel compito da studiare. Com’è possibile di aumentare l’etere della luce? Per rispondere bisogna spiegare la procedura. Questo compito serve per fare un autocontrollo, non come un grande esame. Con questo impegno eseguiamo la disciplina di veramente ragionare su come si realizza l’etere di luce. La nostra consapevolezza si sveglia e diventiamo attenti ai processi. Quali presupposti sono necessari per l’etere della luce? Ogni persona lo produce, ma per quasi 100% in modo incosciente, non sappiamo coscientemente come si procede.

Nei tempi di Alberto Magno (religioso domenicano 1206–1280, insegnante di Tomaso d’Aquino) c’era ancora un esame in università, in cui lo studente di teologia doveva descrivere l’angelo, che cosa fa alla fronte dell’uomo, dentro l’uomo ecc. Oggi tante persone ‘lavorano’ con gli angeli, ma nessuno li può descrivere. È molto importante di poter descrivere concretamente queste situazioni come l’etere di luce. Questo ci può dare una sicurezza che i nostri studi sono oggettivi e logici, e non frutto di fantasia soggettiva.