È interessante notare, afferma Heinz Grill nella premessa dell’incontro del 28 luglio 2018, come il singolo individuo sviluppi nella meditazione una capacità positiva di agire verso le persone, verso la natura e nei vari aspetti e condizioni della vita. Se ci rivolgessimo invece verso i nostri interessi e desideri personali la meditazione verrebbe usata in modo negativo. L’individuo non vive in un mondo personale ed egocentrico isolandosi dagli altri, ma deve vivere entrando in relazione con gli altri, sviluppando la capacità di amare.
Quale concentrazione si deve praticare quindi per promuovere questa capacità? A proposito ci sono tanti metodi e forme, più o meno adeguati.
Oggi sperimenteremo una forma di meditazione per aumentare la consapevolezza e l’autodeterminazione delle potenzialità dell’anima senza alcun condizionamento. La nostra vita dovrebbe essere gestita e guidata senza manipolazioni politiche, religiose, tecnologiche ecc., manipolazioni che creano in noi delle suggestioni. A tal proposito bisogna distinguere tra autosuggestione che è sempre riferita a se stessi, dalla autodeterminazione nella quale l’individuo crea un’immagine, un oggetto, un tema, un contenuto.
Dovremmo uscire dalle suggestioni (auto o etero) in modo da creare con consapevolezza delle relazioni.
Nell’autosuggestione la consapevolezza è imprigionata nella fisicità, come se fosse legata a un punto che va verso l’interno.
Heinz Grill per spiegare meglio il concetto disegna l’uomo, il Sole e i vari pianeti: Saturno, Giove, Marte, Venere, Mercurio e il satellite Luna, i cui influssi e connessioni con gli organi umani (per es. Giove con il fegato- Venere con i reni ecc.) devono essere conosciuti consapevolmente dall’uomo.
Questa consapevolezza aiuta l’uomo a migliorarsi per far in modo che non si rifugi in se stesso.
La consapevolezza dovrebbe ampliarsi ogni giorno per non vivere in un mondo chiuso paragonabile a una prigione: l’astrale si ritira se non ci si applica allo studio e alla conoscenza di ciò che sta attorno a noi e fuori di noi, insomma dobbiamo aprirci al cosmo, all’universo.
Anche studiare una malattia porta un’apertura… Il nostro compito quindi è ampliare la consapevolezza e in questo modo riusciremo a trovare le risposte anche relative alla conoscenza di noi stessi. Se faccio un’analisi di me stesso non troverò una risposta, ma se amplierò ed espanderò il mio corpo astrale riuscirò in questo intento.
Aprire dunque la nostra conoscenza per diventare sempre più consapevoli: se per esempio entriamo nella natura relazionamoci con i suoi fenomeni .
Lo studio di un determinato tema o argomento aumenta l’astrale: grazie a un tema saremo in grado di relazionarci e aprirci verso gli altri.
Michio Kushi afferma che se una persona ha la consapevolezza che determinati alimenti siano dannosi si ammalerà più facilmente. Se nel corso della sua vita un uomo ha imparato a nutrirsi attraverso una sana alimentazione sperimentando e riconoscendo gli effetti di certi veleni, difficilmente sceglierà degli alimenti con prodotti chimici.
Heinz Grill mostra e spiega l’esercizio dell’asana del triangolo (trikonasana): prima dell’esecuzione devo creare nella mia consapevolezza l’ampiezza e la tridimensionalità dello spazio. Con l’aiuto anche dell’io dobbiamo sapere e conoscere come esprimere questa consapevolezza.
A differenza dell’autosuggestione la consapevolezza nasce in relazione a un oggetto ed è paragonabile al mondo astrale e quindi è in relazione al sistema nervoso, alle sinapsi e al midollo allungato. Il corpo astrale ampliato rinforza il nostro sistema vitale (eterico) e il sistema nervoso. Nei cosiddetti viaggi astrali non c’è l’attività dell’io. Le esperienze che vengono fatte in questi viaggi, sono esperienze già fatte in passato, non c’è qualcosa di nuovo che si aggiunge all’uomo. In certe situazioni fisiche o psichiche al limite, come shock o coma, il corpo astrale può addirittura staccarsi dal corpo fisico.
Come contenuto della nostra odierna meditazione creiamo due rappresentazioni. Nella prima, dove ci soffermeremo solo qualche minuto, figuriamoci, pensando con vivo desiderio ma senza un contenuto, un’immagine di autosuggestione, che domani per esempio saremo in grado di eseguire l’arco “dhanurasana”, fatto nella seduta di yoga precedente la meditazione.
Nella seconda immagine, dove ci

gesto che ha fatto Heinz Grill per indicare l’arco perfetto
soffermeremo maggiormente, mettiamoci in relazione con l’asana dell’arco in cui abbiamo sperimentato e constatato come il movimento si sviluppi partendo dall’ultima costola e non dalla zona pubica. Immaginiamoci l’arco e come dovrebbe essere eseguito nella sua perfezione non solo da parte nostra, ma dalla maggior parte dei partecipanti qui presenti.
Heinz Grill conclude l’incontro lasciando ai presenti un compito su cui riflettere per l’incontro del giorno successivo:
La differenza tra l’ampliamento del corpo astrale attraverso le droghe e l’ampliamento del corpo astrale attraverso la consapevolezza.
Paola e Caterina