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“Meditazione è una lezione di consapevolezza, diassenza di pensiero, di spontaneità, di essere totalmente nella tua azione, all’erta, consapevole.
Non è una tecnica, è un trucco. O lo capisci, o non lo capisci.” – Osho
Secondo Osho, la meditazione è uno stato che va «oltre la mente», di totale presenza a sè, nel quale raggiungere consapevolmente il silenzio interiore.
Osho insistette molto sul fatto che la meditazione non può essere spiegata o descritta in modo esaustivo, essendo un’esperienza nella quale la mente ed ogni pensiero logico (quindi anche il
linguaggio) vengono trascesi.
La pratica della meditazione non comprende quindi pensieri spirituali o religiosi, e non è possibile forzarla con un atto di volontà, ma soltanto lasciare che questo stato di «non mente» nasca e si manifesti spontaneamente.
Osho partì dal presupposto che l’essere in “meditazione” sia una condizione comune e naturale
dell’uomo. Ma, aggiunse, è molto difficile per l’uomo moderno raggiungere tale condizione con le tradizionali tecniche (come sedersi, semplicemente, a gambe incrociate), poiché egli subisce
continuamente talmente tante “distrazioni” e stimoli esterni da aver perso la capacità di ritrovare facilmente sé, per ritornare a sé ed al proprio ascolto interiore.
Per questo motivo individuò alcune tecniche di meditazione attiva che potessero portare naturalmente alla meditazione, il cui fine essenziale era di distrarre la
mente per creare quello spazio di silenzio e consapevolezza necessario alla meditazione.
Alcuni di questi esercizi preparatori possono essere ritrovati nelle terapie della moderna
psicoterapia occidentale (a.e. la psicoterapia della Gestalt), e consistono nell’alterazione del respiro, nel gibberish (l’esprimersi in un linguaggio sconosciuto), nel piangere o ridere liberamente, nel danzare e muovere il corpo fino a raggiungere lo stato di catarsi, ovvero di crollo delle sovrastrutture mentali e liberazione dalle stesse, attraverso un’esplosione emozionale, liberando il corpo e la struttura psico-energetica di tutti quei blocchi emozionali che impediscono la libera espressione di sé nella vita quotidiana.
Le tecniche di meditazione principali proposte da Osho sono chiamate Active Meditations
(meditazioni attive), comprendono le meditazioni “dinamica”, “kundalini”, “nadabrahma”, “nataraj”, e sono piuttosto impegnative dal punto di vista fisico, per due motivi:
1. la concezione di piena identità fra corpo e struttura psichica (ogni emozione repressa o trauma interiorizzato, ma non vissuto, ha un corrispettivo nel corpo fisico);
1. la concezione di piena identità fra corpo e struttura psichica (ogni emozione repressa o trauma interiorizzato, ma non vissuto, ha un corrispettivo nel corpo fisico);
2. i condizionamenti sociali ed emotivi subiti dall’uomo fin dalla sua prima infanzia, se molto
radicati nella propria struttura psicofisica, renderebbero necessario, per il loro abbandono, un notevole sforzo innanzitutto fisico.
Osho re-introdusse anche alcune tecniche tradizionali di meditazione, riducendole alla loro più
essenziale espressione, astraendole dai rituali e dalle tradizioni proprie, e mantenendone le parti maggiormente «terapeutiche». Inoltre, sostenne la teoria per la quale lo stato meditativo può essere raggiunto e mantenuto, con una sufficiente pratica, anche attraverso le azioni quotidiane.
tecnica: Osho, Il Libro Arancione (fonti: dal web 2015)